Terre Roveresche verso le elezioni, la parola a Claudio Patregnani
Sta per concludersi il primo quinquennio del neonato comune di Terre Roveresche. L'opinione degli ex-sindaci dei quattro municipi.
TERRE ROVERESCHE – Il nuovo Comune di Terre Roveresche, nato tra tanti dubbi e preoccupazioni, ma con l’unanimità della politica locale si appresta a tagliare il suo primo traguardo, una intera legislatura giunge al termine e dunque occorre pensare al futuro facendo tesoro del passato e degli errori commessi.
Ne parliamo con Claudio Patregnani, ex sindaco di Barchi ed attuale vicesindaco di Terre Roveresche.
Come valuta questi cinque anni di amministrazione?
Da convinto sostenitore della fusione, non ho mai avuto dubbi sul buon esito dell’operazione: ritengo sia stato un passaggio fondamentale, se non addirittura indispensabile, per garantire la governabilità stessa dei territori.
Sono stati cinque anni intensi, nel corso dei quali sono state affrontate innumerevoli problematiche e realizzati tanti interventi importanti, diretti a soddisfare gran parte dei bisogni dei cittadini.
È stata una tornata amministrativa impegnativa, nella quale abbiamo dovuto gestire non solo l’ordinaria amministrazione, ma anche intervenire straordinariamente per sanare diverse situazioni lasciate in sospeso e questioni rimaste irrisolte nel corso di alcuni decenni.
Strada facendo poi, si sono presentati inevitabilmente numerosi imprevisti o varie situazioni emergenziali, che sono stati affrontati e risolti con accortezza e decisione.
In cosa occorre cambiare rotta?
Pur con le limitazioni e i rallentamenti dettati dalle pastoie burocratiche che assillano sempre più la gestione amministrativa degli enti locali, unitamente alle difficoltà determinate da un’emergenza epidemiologica che si protrae ormai da due anni, la barra è stata costantemente tenuta a dritta, non perdendo di vista gli obiettivi che ci eravamo prefissi cinque anni fa.
Credo comunque che sia stato fatto il possibile per amministrare equamente e correttamente la cosa pubblica, pur nella consapevolezza di non possedere il dono dell’infallibilità e pertanto consci di aver operato scelte non sempre condivisibili, e talvolta perfettibili.
Su cosa proseguire speditamente?
Per quanto possibile, occorre portare a compimento le opere già avviate e dare corso alle iniziative progettate, pur con le difficoltà emergenti determinate dagli esorbitanti aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime, che ci hanno costretto a rivedere molte voci di bilancio e in alcuni casi a riconsiderare il piano degli investimenti.
Occorre poi programmare nuovi interventi ed elaborare i relativi progetti per essere pronti a intercettare le numerose opportunità offerte dai bandi ministeriali che utilizzano sia i fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in coerenza con il Next Generation EU, che i fondi complementari messi a disposizione dal Governo.
Le elezioni saranno una preziosa occasione di valutazione non solo dell’operato di chi ha amministrato ma anche della rappresentatività degli organi politici dell’intero territorio, cosa ne pensi? Il Sistema dei Pro Sindaci e Consultori è un sistema che funziona o è perfettibile?
Le consultazioni elettorali dovrebbero essere occasione periodica di valutazione da parte dei cittadini sull’operato dell’amministrazione, ma sappiamo che talvolta non è così, poiché non sempre l’esito delle elezioni rispecchia la coerenza e l’efficacia dell’azione amministrativa.
L’esperienza insegna che il risultato elettorale può essere inficiato da fattori di diversa natura, quali possono essere l’espressione del voto sull’onda di una protesta, o generato dal desiderio di voltare pagina, oppure dato dalla manifestazione epidermica e superficiale di antipatia o avversione nei confronti di una persona o di un gruppo.
Ritengo positiva l’istituzione dei Pro Sindaci e dei Consultori, quali membri di rappresentanza delle varie comunità e anello di collegamento con l’amministrazione, ma auspico che non si ripeta quanto successo cinque anni fa, allorquando furono erroneamente presentati come espressione delle liste.
In questa tornata elettorale, sarà importante far capire ai cittadini che tali figure istituzionali dovranno emergere autonomamente nell’ambito delle singole comunità e che non dovranno essere assolutamente collegate alle liste dei candidati.
Hai qualche proposta per il futuro?
Sono tanti i sogni nel cassetto, ma il futuro è incerto e imprevedibile.
Le tematiche che andrebbero affrontate e sviluppate nell’ottica di un miglioramento della vita dei cittadini, sono quelle che stanno a cuore a tutta la società italiana, a partire dalla rigenerazione e alla ricomposizione del tessuto sociale, al potenziamento dei servizi alla persona, alle politiche di aiuto alla famiglia e di sostegno alle fragilità, all’incremento occupazionale e al miglioramento delle condizioni lavorative, alla riqualificazione urbana, all’incentivazione della mobilità sostenibile, alla valorizzazione dei contesti naturali, all’istituzione di itinerari storici e culturali, alla riscoperta delle tradizioni locali, alla valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche e delle tipicità,…
Quante liste si prevedono secondo te?
Francamente non mi sono ancora posto questo interrogativo. Trapelano e aleggiano velleità di diversa natura, in alcuni casi dettate da risentimenti o da voglia di riscatto, oppure da ambizioni personali mai sopite.
Rattrista comunque il fatto che, nello scenario delle sfide future, appare sempre più difficile trovare candidati, soprattutto fra i giovani, che siano disposti a proporsi e a impegnarsi in prima persona per cercare di migliorare alcuni aspetti del nostro contesto territoriale e le condizioni di vita della nostra comunità.