URBINO – Facendo seguito a diverse segnalazioni in merito al taglio degli alberi in prossimità del nuovo santuario, Sinistra per Urbino esprime solidarietà ai residenti della zona di Cà Staccolo.
Il comune avrebbe provveduto a tagliare delle piante, “tutte ben in salute e di età considerevole, senza preavviso e con il dubbio scopo di allargare la sede stradale e aumentare la visibilità di una costruzione assai discutibile per le sue fattezze, estranee alla forma di chiesa classica e totalmente avulse al luogo e alla Città”.
“Ci chiediamo – continua la nota di Sinistra per Urbino – se fosse davvero necessario arrivare a tanto, dopo aver lavorato alacremente nell’ultimo anno di pandemia, per ultimare i lavori senza troppi occhi addosso, con il confinamento sociale che ci ha impedito la normale vita e spostamenti e giungere alla inaugurazione di una faraonica struttura indirizzata al profitto derivante dai proventi del turismo di culto.
Un mega parcheggio, una grande colata d’asfalto che somiglia tanto ad una pista da go kart. Come troppo di frequente ci accade rimaniamo basiti dalla leggerezza che si adotta nel governo di una città tutelata dall’UNESCO nel concedere autorizzazioni che confliggono con i principi fondamentali del rispetto del Paesaggio, dando mano libera a progettisti al servizio di un potentato politico ed economico.
Non crediamo – continua la nota – che basti essere Chiesa per superare quei vincoli e restrizioni che un cittadino di qualsiasi città o comune si troverebbe ad affrontare per operazioni di modestissimo calibro, confrontate a questa.
Ci dicono che sarà anche costruito un eliporto a pochi metri da lì, a ridosso del quartiere Piantata: ubicazione alquanto discutibile, sia perché si tratta di zona densamente popolata, dove il trambusto degli elicotteri sarebbe un disagio e perché il pericolo di un eventuale incidente ricadrebbe sulle abitazioni e sulle persone.
Che si trovi una sistemazione diversa per l’eliporto e si ponga rimedio allo scempio di alberi, con nuove piantumazioni, con la stessa solerzia con la quale si è procurato un danno al patrimonio pubblico.
Non stupisce che, con queste modalità di amministrazione, in molti abbiano deciso di fuggire da Urbino, esprimendo così – nella maniera più inequivocabile – la loro sfiducia verso una giunta disastrosa che sta accompagnando la città verso il proprio definitivo declino”.