Sanità, Seri chiede a Ceriscioli di rivedere gli accordi
La pandemia ha stravolto gli scenari dell’assistenza sanitaria. Gli accordi del 2018 tra Comune e Regione vanno rivisti.
FANO – Il sindaco Seri scrive al Presidente della Regione Ceriscioli. L’epidemia da COVID ha dimostrato la centralità di un sistema sanitario accessibile a tutti. Vanno rivisti gli accordi sottoscritti tra comune e regione nel 2018 in termini di sanità. Seri chiede di rivedere il ruolo dell’Ospedale Santa Croce.
“Caro Presidente,
di questi tempi ci troviamo a vivere un evento di portata planetaria che ha modificato e modificherà radicalmente il nostro modo di essere sia come cittadini che come Amministratori.
La pandemia da COVID-19 ha rimesso al centro delle decisioni pubbliche e delle priorità individuali i temi riguardanti la salute, sia collettiva che individuale, quale bene comune, che credo obbligherà nel medio-lungo termine, una volta superata l’emergenza, a ridisegnare il sistema sanitario del futuro.
Nel 2018, in un contesto totalmente diverso – sembrano passati secoli – dopo mesi di acceso confronto, abbiamo sottoscritto insieme un protocollo di intesa tra Regione Marche e Comune di Fano sull’assetto delle strutture ospedaliere dopo la realizzazione del nuovo Ospedale provinciale dell’Azienda Ospedaliera ‘Ospedali riuniti Marche Nord’.
Questo accordo rappresentava, in quel momento storico, la sintesi possibile in relazione ai vincoli normativi ed economici in essere, nonché agli obiettivi prefissati dalle rispettive Amministrazioni in coerenza al mandato elettorale ricevuto dalle comunità rappresentate.
In questi mesi abbiamo imparato che la presenza di un sistema sanitario pubblico – ed universalistico – è stato decisivo per gli esiti di salute, di malattia e di mortalità.
Infatti, pur con le molte criticità che caratterizzano la fase attuale (il modello di spesa, le destinazioni e le scelte che l’hanno orientata, il sotto finanziamento, la carenza di organico, la riduzione dei servizi di prevenzione, ecc.) il sistema, e per noi in particolare l’Azienda Marche Nord, ha risposto in modo straordinario nel garantire a tutti accesso alle cure.
Questa drammatica e difficile esperienza deve diventare un’occasione importante per ripensare il nostro sistema sanitario regionale e non solo, proprio perché non saremo più come prima.
Abbiamo visto in questi mesi gli effetti di una diversa risposta dei modelli sanitari regionali in termini di decessi, di ricoveri e di contagi, tra chi ha privilegiato grandi strutture ospedaliere sul territorio e chi invece ha puntato sul mantenimento di strutture ospedaliere già esistenti, privilegiando i servizi distribuiti (cure primarie e servizi di prevenzione).
Bisognerà pertanto attrezzare un sistema sanitario capace di fronteggiare le emergenze, valorizzando in modo nuovo le strutture Ospedaliere esistenti, potenziandole ed integrandole, per poter affrontare in modo flessibile ed adeguato vecchie e nuove patologie, avendo presente gli scenari futuri di salute e di malattia.
Oltre al COVID Hospital, occorrerà a mio avviso dunque ritornare sul rafforzamento delle reti sanitarie locali, attivare inoltre su larga scala la teleassistenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie, realizzare come priorità assoluta un sistema informativo/informatico unico che metta in rete e in linea, medici di base, guardia medica, 118, rete ospedaliera, etc.
Un sistema integrato concreto che si fonda sulla grande disponibilità di tecnologie della comunicazione e dei big data in modo da avere in linea tutta la filiera socio/sanitaria.
Si tratta di una sfida che va colta da subito. In questo quadro credo il ruolo dell’Ospedale Santa Croce di Fano, debba essere decisamente rivalutato, per ciò che riguarda funzioni attribuite per l’emergenza e per la programmata, con maggiori dotazioni di tecnologia, organico e posti letto.
Occorre pertanto senza indugio rimettere mano ed aggiornare, alla luce del contesto totalmente mutato, l’accordo sottoscritto nel 2018 anche se lo stesso non ha visto ancora dispiegare appieno i suoi effetti, guardando oltre l’orizzonte stretto dell’emergenza in corso.
Fermo l’obiettivo suddetto, è necessaria quanto prima trovare una sede per formulare in proposito proposte dettagliate che ovviamente non potranno prescindere da una rigorosa analisi del nuovo contesto determinato dalla pandemia e da ciò che potrà originarsi dalle direttive sanitarie nazionali.
Con l’occasione non posso infine dimenticare la necessità di raccomandare il potenziamento della medicina territoriale, rafforzando le unità speciali di continuità assistenziale per la presa in carico precoce e la cura a domicilio dei pazienti COVID, oltre a rilanciare la prevenzione (infatti solo la rimozione dei fattori di rischio e il cambiamento degli stili di vita garantirà una salute migliore per tutti), nonché rivedere tutta la filiera socio sanitaria per gli anziani privilegiando la domiciliarità con una forte innovazione della telemedicina affidata alla struttura pubblica.
Consapevole dell’avvicinarsi del termine del Suo mandato, in attesa di incontrarla di persona, chiedo pertanto di mettere questa richiesta come prioritaria all’attenzione della sua agenda.
Nel ringraziare per l’attenzione rinnovo il plauso per come ha gestito l’emergenza, condotta con coraggio e determinazione anche in momenti di difficile solitudine”.
Con stima,
Massimo Seri