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PD Marche, Morani: “L’unità del partito viene prima di incarichi e poltrone”

Alessia Morani interviene su quanto avvenuto nel gruppo consiliare in Regione Marche. Le divisioni nel centrosinistra sono deleterie, portano sconfitte

alessia morani
Alessia Morani

ROMA – “L’unità del partito viene prima di incarichi e poltrone”, lo sottolinea a chiare lettere sui social la componente della direzione Pd Alessia Morani, dopo le polemiche sulla spaccatura nel gruppo consiliare dei dem nella regione Marche, ricordando come le divisioni nel campo del centrosinistra “sono deleterie e portano solo sconfitte”.

“L’ultima tornata elettorale ha segnato senza dubbio per il Partito democratico delle Marche un avanzamento, sia in termini percentuali che di eletti. Dopo 20 anni abbiamo un parlamentare europeo ed abbiamo mancato davvero di un soffio anche l’elezione della sottoscritta”, ricorda Morani nel suo post su Fb, sottolineando: “Nessuno avrebbe scommesso su questo risultato ed invece, grazie al lavoro e al successo ottenuti a livello nazionale dalla nuova segreteria guidata da Elly Schlein, anche nella nostra regione abbiamo fatto la differenza”.

E “il risultato di Matteo Ricci è stato eccezionale ed ha dimostrato, insieme all’affermazione straordinaria di altri amministratori locali del Pd, quanto sono popolari e riconosciuti i sindaci nel nostro elettorato”.

Ma – prosegue Morani “a differenza delle europee, nella nostra regione le elezioni amministrative non sono andate come speravamo. Continua, purtroppo, un trend che va avanti da parecchi anni e che ci ha visto perdere nel tempo tutti i capoluoghi e le città più importanti da sud a nord delle Marche, fatta eccezione (meno male) per Pesaro”.

“Le dinamiche locali nei comuni, sia grandi che piccoli, incidono moltissimo e le divisioni nel campo del centrosinistra sono deleterie e determinano, ovunque si realizzino, le sconfitte più dolorose”, sottolinea Morani, citando ad esempio il caso di Fano.

Eppure, “credo sia evidente a tutti che a fronte del fallimento totale della destra in regione ci siano davvero le condizioni per tornare al governo delle Marche”, ma – avverte Morani – “la premessa essenziale per farlo è l’unità del partito democratico che si esprime attraverso un lavoro comune tra partito e gruppo consiliare. Non ci sono altre strade”.

Ma quello che è accaduto in regione Marche ha dimostrato – spiega Morani – che questa strada ancora non è stata appieno intrapresa. L’accordo infatti tra segreteria nazionale e regionale sui nuovi incarichi del gruppo consiliare del Pd Marche, raggiunto per ottenere “il giusto equilibrio tra la maggioranza del partito e quella del gruppo”, è stato rispettato a metà: Maurizio Mangialardi è stato eletto alla vicepresidenza dell’assemblea legislativa delle Marche, invece non è stato indicato un capogruppo di espressione della segreteria regionale, “si è consumata l’ennesima spaccatura nel gruppo consiliare ed è stata eletta capogruppo la consigliera Anna Casini con 5 voti mentre il consigliere Romano Carancini ne ha ottenuti 3”.

Inoltre, aggiunge Morani “ho constatato con grande rammarico che il primo atto della neo capogruppo è stato un attacco alla segretaria Bomprezzi, dimenticando – solo per dirne una – che è stata eletta da poco più di un anno, difficile che le sconfitte derivino dalla sua linea politica”.

Morani richiama quindi un po’ di attenzione, se non onestà intellettuale nell’analisi delle sconfitte, e conclude il post con un forte endorsement alla linea unitaria della segretaria regionale del Pd Chantal Bomprezzi: “Mantieni l’impegno all’apertura e alla condivisione degli organismi del partito, anche se altri non rispettano i patti.

Dimostrando con i fatti che per te e il nuovo gruppo dirigente delle Marche la dedizione e l’unità del partito vengono prima degli incarichi o poltrone che siano”. Perché “abbiamo un obiettivo più importante: riconquistare la regione per dare ai marchigiani lavoro, sviluppo e soprattutto una sanità pubblica migliore”.

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