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Maturità al sicuro, la Polizia contrasta le fake news sull’esame

La campagna di Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica con l’obiettivo di “smontare” le principali notizie false sulla maturità

polizia scuola fake newPESARO –  Passano gli anni ma, per gli studenti che si apprestano a sostenere la Maturità, il rischio di cadere in una delle tradizionali fake news sulle regole d’esame rimane altissimo.

Quanto basta per alzare il livello di attenzione su possibili “bufale” legate alle regole di base che governano l’Esame di Stato.

Cosa che puntualmente fa la Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica con “Maturità al sicuro”, la campagna di sensibilizzazione svolta assieme al portale specializzato Skuola.net, che per il diciassettesimo anno consecutivo si pone proprio l’obiettivo di “smontare” le principali notizie false sull’argomento.

Le nuove tecnologie, con il costante sviluppo di “aiuti” digitali, possono indurre in tentazione diventando un possibile amplificatore di errori di comportamento che, nelle peggiori delle ipotesi, possono addirittura portare all’esclusione dall’esame.

Il rischio è concreto. Lo mostrano chiaramente le risposte date dai numerosi maturandi raggiunti dal monitoraggio effettuato nella provincia di Pesaro e Urbino al via della Maturità 2024.

Quasi 1 maturando su 4 pensa di poter tenere con sé lo smartphone durante le prove, circa 1 su 5 che può usare uno smartwatch.

La funzione di “Maturità al sicuro” non è solo quella di informare su possibili ipotesi di infrazioni connesse alla Maturità ma anche di ricordare alcuni aspetti fondamentali del regolamento d’esame il cui mancato rispetto potrebbe portare all’esclusione: dalla necessità di presentarsi con un documento di identità a quella di non introdurre altri fogli che non siano quelli forniti dalla commissione.

Senza dimenticare le fake news vere e proprie.
Circa un quarto dei maturandi (26%) è infatti convinto che la Polizia possa controllare gli smartphone “da remoto” per capire chi eventualmente sta copiando; cosa non corrispondente al vero. E addirittura quasi la metà (46%) ritiene che, durante gli esami, i membri della commissione possano perquisire i candidati, alla ricerca di oggetti proibiti.

Anche in questo caso, si tratta di informazioni non corrette che vanno sfatate. E poi c’è il grande, annoso, tema delle tracce d’esame. Specie di quelle dello scritto di Italiano. Sono ancora troppi gli studenti che pensano di trovare in anticipo gli spunti da sviluppare il giorno della prova, soprattutto online.

Ecco perché campagne come quella “antibufale” di Polizia di Stato e Skuola.net sono estremamente utili per diffondere messaggi corretti e sgomberare il campo da convinzioni
fuorvianti.

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