URBINO – L’acqua è una cosa seria. E la crisi idrica nel pesarese è una situazione che si aggrava di anno in anno.
Lo dimostra la necessità di dovere aprire pozzi strategici per rimpinguare i corsi d’acqua del territorio che, a causa della mancanza di precipitazioni significative, sono in grave sofferenza. E se manca l’acqua nei fiumi manca anche l’acqua per la popolazione.
E’ una situazione che almeno va avanti da un decennio in attesa che chi di dovere adotti misure urgenti come la pulizia degli invasi esistenti lungo i corsi d’acqua e una manutenzione strutturale degli aquedotti per ridurre le perdite.
Nel frattempo, ieri, alcune zone di Urbino ieri sono rimaste senza acqua e Marche Multiservizi è intervenuta con due cisterne di emergenza.
“La grave crisi idrica che da tempo sta colpendo il nostro territorio – ha scritto in una nota il Comune di Urbino – dovuta alle scarse precipitazioni nevose, ha provocato una drastica riduzione delle sorgenti che alimentano l’acquedotto del Nerone, a servizio dei Comuni di Cagli, Acqualagna, Fermignano, Urbino, Urbania, Peglio, Sant’Angelo in Vado e Montecalvo in Foglia (41.000 abitanti).
In particolare, è mancata l’acqua a Pallino, Mazzaferro, San Cipriano e nella parte alta del centro storico.
Per cercare di alleviare i disagi dei cittadini Marche Multiservizi ha messo a disposizione due cisterne da 5.000 litri ciascuna da cui i cittadini potranno rifornirsi prelevando l’acqua per le prime necessità. Una è stata collocata nel piazzale di Mercatale e l’altra nel piazzale di Mazzaferro“.
“Purtroppo la situazione nel territorio dell’Alto Metauro, servito dall’acquedotto del Nerone, è gravissima – spiega una nota di Marche Multiservizi – L’acquedotto registra un deficit di approvvigionamento idrico che ha determinato la mancanza di acqua per rifornire alcune aree del capoluogo ducale.
È stato potenziato, in deroga alla concessione in essere, il prelievo dal torrente Burano in località Crivellini fino a 70 l/s; sono stati potenziati alla massima capacità tutti i pozzi integrativi dell’acquedotto; con un notevole impiego di risorse umane ed economiche è stata integrata la fornitura di acqua idropotabile con autocisterne che prelevano dagli acquedotti limitrofi per un totale di circa 1.200 m3/giorno (oltre 14 l/s) quasi interamente dedicati alle zone interne della provincia”.