Intercettazioni sulla raffineria di Falconara, i 5 Stelle chiedono al candidato Brandoni di ritirarsi
Le intercettazioni sono state pubblicate su Il Fatto Quotidiano. I Parlamentari 5 stelle chiedono all’ex-sindaco di Falconara Marittima, candidato nel centro destra, di ritirarsi.
ROMA – “Abbiamo letto le inqualificabili intercettazioni riportate da Il Fatto Quotidiano in cui l’ex sindaco di Falconara Marittima, ora amministratore comunale e candidato alle regionali, insultava addirittura i Carabinieri, che per lui erano “rompicoglioni”.
Definiva inoltre “teste di c.” i cittadini che, preoccupati per la loro salute, erano impegnati a difendere il territorio dall’inquinamento. Tra questi, a leggere l’articolo, ci sarebbero anche rappresentanti del M5S oltre ai comitati ambientalisti.
Goffedro Brandoni dovrebbe avere il coraggio di ritirarsi, proprio quel coraggio che gli è mancato quando avrebbe dovuto opporsi alla grave situazione di degrado ambientale che caratterizza Falconara” così i parlamentari marchigiani del M5S e il candidato a Presidente della Regione per il M5S Gian Mario Mercorelli commentano lo scoop del Fatto Quotidiano nell’articolo “Fumi neri a Falconara, l’ex sindaco e l’Amministratore di API: ‘I cittadini sono teste di cazzo’ a firma di Maria Cristina Fraddosio.
Il disprezzo per la salute di una intera vallata attraverso la negazione delle enormi criticità che caratterizzano l’impianto petrolchimico è palese nelle frasi intercettate di amministratori e dirigenti API, così come è dolosa la minimizzazione degli effetti e delle sofferenze delle persone.
Le voci registrate dei protagonisti rendono bene il quadro di ciò che gira attorno alla sopravvivenza di un impianto nato per stoccare combustibili e poi cresciuto per raffinarli senza le cautele e la cura conseguente delle ricadute ambientali sulla popolazione di Falconara.
“Ciò che i cittadini di Falconara supponevano da tempo trova conferma nelle carte della Procura della Repubblica e nelle indagini del Noe, peraltro ancora in corso e foriere di nuovi inquietanti sviluppi. Le eventuali responsabilità penali circa le condizione della raffineria le accerterà la Magistratura – continuano i parlamentari.
Brandoni non risulta indagato. Esiste però l’opportunità politica e il rispetto nei confronti degli organi dello Stato e verso i cittadini, che per ogni buon cittadino, figurarsi per un politico, dovrebbero venire al primo posto. Per questo affermazioni di quel tenore, dette peraltro in un colloquio con un rappresentante di una grande azienda le cui attività impattano gravemente sulla qualità ambientale del territorio, rivolte a chi si impegna per la tutela della propria salute e di quelle dei concittadini, non solo sono inaccettabili ma costituiscono un vulnus nel rapporto da comunità e politica. Falconara dopo decenni deve essere riqualificata e bonificata.
Ora occorre definire una volta per tutte il percorso di uscita dalla produzione dell’API, e della sua bonifica e gestione in sicurezza della quota riservata allo stoccaggio strategico. Restano grandi interrogativi, a contorno della vicenda giudiziaria, che arriva solo a valle del danno già fatto. Perché la nostra Arpam in questi anni si è trovata così depotenziata su tutto il territorio regionale, Cenerentola tra le Agenzie di protezione ambientale di tutta Italia, quando la presenza di un impianto petrolchimico esige il massimo di controlli e di attenzione pubblica? L’Assessorato all’Ambiente della Regione cosa ha da dire in tutta questa vicenda?
Oltre alle risposte a queste domande è chiaro che la revisione dell’AIA, Autorizzazione Integrata Ambientale, di competenza del Ministero dell’Ambiente, si impone con urgenza.
Infine siamo del parere – concludono i parlamentari e Mercorelli – che tra i Cavalieri del Lavoro non andrebbe annoverato chi questo lavoro lo esercita a spese della salute dei cittadini. Oltre ad una interpellanza urgente al Ministro dell’Ambiente, chiederemo la revisione dell’istruttoria per l’onorificenza alla proprietà dell’API.”