LUCREZIA – Continua il racconto di Marco Manoni per raccontare le famiglie che abitavano Lucrezia negli anni ’40-’50.
“Continuo a percorrere la via Flaminia. C’era una specie di palazzo, abbastanza grande ma chi vi abitava erano soltanto due donne. Il loro cognome era Corsini, madre e figlia, la prima Giulia e l’altra Anna. Giulia era insegnante alle scuole elementari, vedova da tempo, mentre Anna stava studiando e, nel tempo, sarebbe diventata anche lei insegnante.
Ricordo quando io e mia sorella Leda dovevamo iniziare a frequentare le scuole elementari. Il fronte di guerra attraversò il nostro territorio nel mese di agosto e a settembre si sarebbero dovuti aprire i locali dove gli alunni avrebbero potuto frequentare le lezioni.
Ma come fare? I soldati tedeschi prima di andarsene fecero saltare case, scuole e ponti, pensate abbatterono anche la nostra amata chiesa.
La nostra insegnante Giulia Corsini possedeva una casa colonica in via Pilone e la mise a disposizione del direttore didattico. Lì passammo il nostro primo anno di scuola, avevamo a disposizione un grande magazzino in condivisione con i bachi da seta. Settembre ci regalò tante belle giornate di sole. Questo convinse la maestra a portare i banchi sull’aia del contadino.
Era come sognare il Paradiso! Ricordo che durante le lezioni potevamo godere della compagnia dei pulcini, mentre mamma chioccia ci distraeva con il suo “Co, co, co!”. Sul marciapiede il gatto sonnecchiava e sopra di noi volteggiavano passeri ed usignoli.
Purtroppo durante quell’anno dovemmo soffrire un’altra triste vicenda: la morte di un compagno di classe. Si chiamava Dante Ditommaso. Dio quanta tristezza! Non riuscivamo a renderci conto. Ricordo che andammo al suo funerale a piedi, accompagnati dalla nostra mitica insegnante. Entrammo nella cameretta, al centro c’era la piccola bara, circondata da tanti vasi di rose.
All’arrivo del parroco don Ettore, quattro giovani portarono il feretro a spalla. In silenzio, amici e parenti si accodarono in preghiera, si sentivano solo i singhiozzi dei suoi genitori disperati. Era una splendida giornata di inizio primavera.
Sui lati della strada c’erano tante margherite in fiore, attorniate da stormi di farfalle che volteggiavano gioconde. Dal cielo azzurro le rondini planavano sopra il corteo funebre e i davanzali delle case erano pieni di gerani in fiore. Una splendida coreografia, di sicuro lì c’era l’augurio del piccolo Dante per un mondo di pace e fratellanza.
Nella mia mente rimane il ricordo della mia mitica insegnante Giulia Corsini, un faro di luce dolce per tutti noi bimbi che iniziavamo a vivere dopo la maledetta guerra. Grazie nostra bella e dolce signora Giulia!