Gli studenti dello IED di Firenze alle sorgenti del Metauro
Sopralluogo nel borgo di Acquaviva nell'Alpe della Luna alle sorgenti del fiume Metauro. Dagli studenti idee progettuali per un'economia circolare e dare nuova vita al borgo
ACQUAVIVA – L’Istituto Europeo di Design con sedi in Italia, Spagna e Brasile, per l’anno accademico 2021/2022, ha organizzato nella sede di Firenze, un corso di design su un innovativo progetto dal titolo “Natural work, Acquaviva in Alpe della Luna” .
Un titolo che parafrasando l’ormai conosciuto smart-working , ci conduce direttamente al lavoro remoto, non nella propria abitazione ma a contatto con la natura (think future, work (live) in nature).
Il brief si è concentrato su un modello di sostenibilità territoriale che sappia unire tradizione e innovazione, con l’obiettivo di fondere due modi di vivere contrastanti, che raccontino il passato di un luogo per continuarne il futuro.
Agli studenti è stata data ampia libertà di interpretazione per un’idea progettuale che potesse coinvolgere le comunità in un modello di economia circolare e di rivitalizzazione culturale, artistica, con nuovi connotati espressivi.
Ne sono uscite già delle idee fantastiche, fuori dagli schemi che spaziano in molteplici e sorprendevoli direzioni per un futuro che certamente è da considerarsi futuribile, ovvero che si può o non si può realizzare, ma che certamente, essendo il frutto di giovani futuri designer è unico.
Oggi, sabato 9 aprile gli studenti con i docenti effettueranno un sopralluogo nel piccolo Borgo che ha visto l’abbandono già dopo la prima guerra mondiale e dopo un primo parziale recupero negli anni ’90 da parte dell’artista inglese Serena Thirkell, adesso grazie a Luca Gori, manager originario di Badia Tedalda e Giovanni Nicola Ermini, dottore farmacista di Fossombrone, vede una nuova rinascita.
Acquaviva molto probabilmente in antichità aveva il toponimo di Castel di Ripa ed insieme a La Castellacciola, venne citata per la prima volta in documenti del XII secolo in quanto sotto la giurisdizione dell ‘Abate dei Tedaldi in “spiritualibus et in criminalibus”.
Nel 1255 Castellacciola e Castel di Ripa furono usurpati alla Badia dai Conti di Montedomito.
Altri documenti attestano che nel 1306 Gioacchino conte di Montedoglio ebbe la restituzione del Castel e Fortezza di Ripa nella Massa Trabaria che Antonio da Montefeltro gli aveva usurpato. Acquaviva da quel momento fece parte della Contea di Gorgoscura dei Montedoglio e poi degli Schianteschi di Anghiari e dei Cantagallina di Sansepolcro fino a quando nel 1798 tutta la Contea venne annessa alla Comunità della Castellacciola che dal 1488 era già passata sotto il dominio
fiorentino.
Le sorti di Acquaviva furono da allora sempre legate a quelle della Comunità della Castellacciola compresa nel territorio di Badia Tedalda, estremo lembo prima del Granducato di Toscana e poi della Regione Toscana.