“Fratelli tutti?”
Una bella provocazione di papa Francesco nella sua ultima Enciclica. Le riflessioni di don Piergiorgio Sanchioni.
COLLI AL METAURO – “Forse la stampa , neppure quella cattolica, si è accorta e ha dato sufficiente rilievo a questa nuova Enciclica (documento autorevole e universale della Chiesa) di Papa Francesco “Fratelli Tutti” firmato il 3 ottobre 2020 ad Assisi sulla tomba di S. Francesco”. E’ il commento di don Piergiorgio Sanchioni, parroco di Tavernelle e Serrungarina.
“È una bomba – continua don Sanchioni – Per novità di argomenti, per semplicità, per concretezza, per profondità. Provo a dirvi qualcosa dopo una mia prima lettura, per invogliarvi ad averla personalmente (la copia costa solo 2,50 euro), leggerla, meditarla e cercare di metterla in pratica. Ci fa sicuramente bene e ci scalda il cuore.
Papa Francesco c’invita a “trovare la bellezza riflessa in tutti popoli della terra, per scoprire che tutti sono importanti, che tutti sono necessari, che sono volti differenti della stessa umanità amata da Dio”. Il mondo è un poliedro e non una sfera. Ma novità assoluta è il fatto che questa enciclica è ispirata anche al documento firmato con i mussulmani ad Abu Dhabi il 4 febbraio2019 “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza umana”.
Ma direte voi che cosa ci trovi di tanto importante dopo gli altri documenti di dottrina sociale della Chiesa? In sintesi:
Francesco c’invita ad andare oltre, oltre al presente, oltre l’attuale mondo chiuso, oltre all’attuale politica fatta di nazionalismi e di populismi, oltre ai nostri stili di vita spreconi e individualistici.
E’ importante ritrovare la cultura del dialogo e amicizia sociale, costruire insieme per pensare e generare un mondo aperto . I conflitti non si risolvono con la forza, la violenza, la legge della giungla, con il diritto del più forte ma con la forza del diritto.
Le relazioni umane tra persone, tra paesi, tra stati hanno la capacità di vedere le differenze non come minacce ma come opportunità. L’amicizia sociale ci farà stare bene.
Per rispondere anche giuridicamente ai tanti problemi dell’umanità ci vuole una bussola ed un timone universale. E’ la nuova “governance mondiale” che dovrebbe sostituire l’Onu.
Dobbiamo tutti convertirci e diventare artigiani della pace e della misericordia come quello straniero,il samaritano del Vangelo, che andando a Gerico si accorge di un uomo boccheggiante sulla strada. Si ferma, a differenza di altri religiosi che passano oltre, lo cura, lo carica sulla sua macchina (scusate ..sul suo somarello). Lo porta in un luogo sicuro per curarsi e alla fine mette mano al portafoglio. E’ il bellissimo capitolo secondo dell’Enciclica.
Concludo questa breve presentazione solo con l’indice degli otto capitoletti dell’enciclica: Capitolo 1. Le ombre di un mondo chiuso. 2 Un estraneo sulla strada. 3 Pensare e generare un mondo aperto. 4 Un cuore aperto al mondo intero. 5 La miglior politica. 6 Dialogo e amicizia sociale. 7 Percorsi per un nuovo incontro. 8 Le religioni al servizio della fraternità nel mondo.
Un riferimento alla pandemia: “La vera qualità dei diversi paesi del mondo si misura dalla capacità di pensare non solo come paese, ma anche come famiglia umana nei momenti critici. I nazionalismi chiusi manifestano questa incapacità di gratuità, l’errata persuasione di potersi sviluppare a margine della rovina altrui e che, chiudendosi agli altri, saremo più protetti… Si arriva a pensare che i poveri sono pericolosi o inutili.” (F.T. n 41)”.