CARTOCETO – Per capire il livello di civiltà di un Paese, si dice, basti osservare lo stato dei servizi: scuole, ospedali e, perché no, i cimiteri. Questi ultimi, luoghi di pietà popolare, sono particolarmente importanti per gli affetti di ciascuno che vi sono conservati.
Al cimitero di Cartoceto le cose non vanno proprio bene. Segni importanti di degrado sono stati segnalati nei padiglioni di più recente costruzione con infiltrazioni d’acqua e quindi deperimento delle strutture e delle lapidi.
Ma il degrado è evidente nei loculi sotterranei rivolti ad est. Pur se datata, in questa zona sono tumulate ancora molte salme e colpisce vedere che nei loculi vuoti siano depositate macerie, probabilmente i detriti di precedenti estumulazioni, mattoni accatastati alla meno peggio e pezzi di lapidi spezzate. In alcuni loculi si trovano flaconi e ceste di plastica. Un’incuria evidente ad occhio nudo, uno spettacolo veramente poco dignitoso.
Negli spazi esterni, le erbacce che crescono in mezzo alla ghiaia fanno bella mostra di sé in un’area di transito che, in passato, è stata sempre curata. “Non basta abbellire il cimitero nel mese dei morti con parate di vasi di crisantemi – ha commentato qualche cittadino – noi che lo frequentiamo tutto l’anno notiamo una scarsa cura durante l’anno!”.
Infine, ci viene segnalato anche un “difetto di forma” legato all’arrivo delle salme al cimitero. In passato, infatti, c’era il suono delle campane ad accogliere il feretro. Ora, con la realizzazione di un ingresso nella parte nuova del cimitero, i carri funebri non transitano più nell’ingresso principale e quindi nessuno si preoccupa di avviare il meccanismo elettrico per far suonare le campane. Un gesto che, in un momento di dolore dovuto al lutto, rientra nel concetto di cura ed attenzione.