FANO – “Nel manifesto di presentazione del “Circolo Gramsci” di Fano avevamo detto che ci saremmo occupati della città pertanto lo facciamo per la prima volta con un consuntivo di fine anno.
Il 2021 si chiude nel segno di una svolta a favore del privato già delineatasi durante questi anni da parte dell’amministrazione comunale.
La variante del porto approvata alcuni giorni fa che porta l’altezza dei capannoni da 14 a 24 metri è un atto di forte adesione ad una visione “privata” del modo di amministrare la cosa pubblica che facciamo fatica a condividere e, se non spiegata bene, rischia di apparire semplice speculazione. Non tanto per l’altezza dei futuri manufatti anzi (ci piace più New York che Los Angeles e viva le torri se architettonicamente risultano compatibili e integrate con il contesto urbano e sul mare come nel nostro caso) ma per una serie di motivi che cercheremo di spiegare.
La variante è stata chiesta da una società che subentrerà (?) al concessionario di un’area demaniale concessa molti anni orsono in un quadro di ripartizione delle aree portuali – dopo la realizzazione del nuovo porto e relative nuove aree – che tutelava tutte le realtà produttive presenti nella suddetta area portuale (turismo, pesca, cantieristica, rimessaggio).
A nostro parere quando si elabora un piano regolatore generale chesi di tutta la città che del solo porto, il principio guida che una pubblica amministrazione deve adottare è quello della generalità, nel senso che tutti i cittadini e i soggetti interessati devono essere messi nelle stesse condizioni ed avere le medesime possibilità di sviluppo. Mentre le varianti sostanziali vengono portate in consiglio comunale solo in casi eccezionali quando se ne vede un forte interesse pubblico
Per esempio: è stato chiesto a tutti i concessionari di aree demaniali all’interno del porto (magari con un bando pubblico) se avevano esigenze di un capannone di 24 metri?
Se non è stato chiesto, come ci sembra di capire, non siamo forse di fronte ad una volontà di privilegiare alcuni rispetto ad altri? E di conseguenza non si è forse violato quel principio di generalità che sta alla base della pianificazione territoriale?
La pianificazione territoriale è uno dei pochi strumenti di governo in mano all’ente locale e va utilizzato innanzitutto per il bene della collettività. In passato solo in un caso abbiamo avuto amministratori che durante la pianificazione del PRG esplicitavano il concetto “chiedete e vi sarà dato”.
La stessa variante su una proprietà pubblica per ospitare una clinica privata è stata una scelta sul piano sociosanitario che privilegia fortemente il privato rispetto ad una sanità pubblica, gratuita per tutti.
La stessa scelta per realizzare il biodigestore per cui dopo tanti errori, il maggiore dei quali è stato quello di non scegliere il sito su Fano, si preferiscono società multinazionali piuttosto che dialogare con società locali.
Anche la variante al tracciato dell’interquartieri in località Gimarra che trasforma quella strada in una strada alternativa alla statale per portare il traffico a dopo il Rivaazzurra per la modica spesa di 20 milioni di euro non convince assolutamente. Sembra più ispirarsi ad un vecchio concetto keynesiano: fai una buca e chiudi la buca purché si lavori! che al principio di transizione ecologica.
La differenza tra destra e sinistra non si evidenzia sulla asfaltature delle strade, per quelle basta l’ufficio tecnico, ma su questioni come quelle sopra evidenziate dove una amministrazione comunale dovrebbe tenere la barra dritta verso l’interesse generale.
Infatti ci chiediamo a cosa serve un congresso di partito con due candidati a segretario quando su questioni così dirimenti tutti i consiglieri comunali di quel partito pur schierati in posizioni diverse a sostegno dei due candidati votano in consiglio allo stesso modo.
Oppure a cosa serve una forza politica di sinistra quando durante le votazioni della variante dell’interquartieri di Gimarra e sull’altezza dei capannoni la sua consigliera comunale esce dal consiglio per non votare e per non prendere posizione.
Solo una consigliera di maggioranza del gruppo “auttonomo” ha avuto dubbi sull’altezza di 24 metri astenendosi.
La destra fa il suo mestiere e si articola con voto a favore ed astensione sui capannoni alti 8 piani fuori terra lasciando aperte tutte le soluzioni.
Gli unici che guardano al bene comune sembrano i 5 Stelle e Sinistra per Fano che hanno votato e preso posizione contro le varianti.
Queste varianti dimostrano una corsa al “centro politico” di tutte le forze presenti in consiglio comunale – eccetto i 5 Stelle – attraverso atti amministrativi che privilegiano il rapporto con singoli imprenditori o una parte di essi!
Questo modo di governare la cosa pubblica, a nostro modesto parere, non porterà niente di buono per la comunità locale ma aumenterà probabilmente le diseguaglianze. Per tutto ciò il bilancio di questo ultimo anno non sembra positivo e siamo sinceramente preoccupati, ma volendo c’è tempo per recuperare!”