Terremoto e cittadini: “A Tolentino c’è un comune che fa impresa”
La nota del movimento Dipende da Noi. La giunta avrebbe revocato il Contributo Autonoma Sistemazione. I cittadini pronti a diffidare il comune.
TOLENTINO – Il Movimento civico “Dipende da Noi” interviene sulla situazione dei cittadini di Tolentino colpiti dal Sisma del 2016.
“Apprendiamo il rapido aggravarsi della situazione dei terremotati di Tolentino dopo che, per effetto di una ordinanza del sindaco, dal valore retroattivo, si è deciso di interrompere l’erogazione del CAS (Contributo di Autonoma Sistemazione) alle persone sfollate che si sono trovate a dover rinunciare agli appartamenti loro assegnati, per diversi motivi oggettivi: metratura non adeguata, motivi di salute, carenza di trasporto pubblico per persone non automunite, distanza eccessiva dal centro abitato, barriere architettoniche ed altro ancora.
Come molti oramai sanno – continua la nota – gli appartamenti in questione riguardano il recupero di un ex capannone industriale la cui storia ci racconta di una procedura di assegnazione degli alloggi avvenuta nel giugno 2018 con consegna prevista per gennaio 2019, slittata poi ad agosto dello stesso anno e che ha accumulato ritardi su ritardi fino a giungere a dicembre 2020 e poi alla data odierna.
Ecco perché il movimento politico Dipende da Noi ritiene che non ci sia nulla da celebrare attorno ad un manufatto pagato più del doppio del suo valore di mercato e che ha pesato per più di 6 milioni di euro sulla collettività, che si vanno a sommare agli altri 20 milioni, stanziati anch’essi dalla precedente giunta regionale per dare una prima risposta emergenziale alle persone che non avevano più una casa ma che, allo stato dei fatti, sono serviti soltanto a dare ossigeno ad un piano di ulteriore espansione in una città che conta 4000 sfollati e che ha visto diminuire la popolazione di circa 1500, piano che prevede la realizzazione di circa 200 nuove unità immobiliari.
Appare utile ribadire che l’unica risposta concreta all’emergenza abitativa è stata quella della realizzazione della cosiddetta “area container”, in cui risiedono, dopo oltre quattro anni, ancora 250 occupanti.
Ritardi a parte (che da soli giustificherebbero la rinuncia degli interessati), tutto ciò appare ancora più assurdo se si analizza a fondo la situazione, poiché il sindaco fa appello ad una generica “ordinanza nazionale” che, se fosse ciò che immaginiamo, fa riferimento alle SAE (Soluzioni Abitative di Emergenza), quando, con apposita sentenza del TAR del maggio 2019 si sancisce che gli appartamenti non sono da considerare tali ma in sostituzione ad esse.
Considerando, poi, le attuali condizioni dell’area, che si presenta come un cantiere aperto che sorge a ridosso di una zona industriale, a 5 km dal centro abitato, totalmente slegata dal tessuto cittadino e attualmente non servita da mezzi pubblici, pur ospitando diversi inquilini sprovvisti di un proprio mezzo di locomozione, il quadro appare impietosamente completo.
Alla luce di ciò, accogliamo con favore l’azione del Comitato 30 Ottobre che ci informa di aver dato mandato allo studio legale “Alter Ego – Fabbrica dei Diritti” di diffidare il Comune di Tolentino a dar seguito all’ordinanza di cui sopra.
Informiamo, inoltre, i membri del Comitato e le famiglie interessate che saremo al loro fianco, qualsiasi azione collettiva intendessero intraprendere per far valere i loro diritti e il rispetto della normativa vigente.
Ci aspettiamo – termina la nota – che sia le Istituzioni locali che nazionali intervengano quanto prima per sanare la situazione di Tolentino e dare certezze alle tante famiglie che, a seguito di sopravvenute esigenze personali, si sono trovate a scegliere di rinunciare alle case loro assegnate, anche per effetto delle rassicurazioni ricevute dagli uffici comunali rispetto al mantenimento del CAS”